La rinuncia di Mosca al supergasdotto South Stream a seguito della posizione “non costruttiva” della Commissione Europea puó rappresentare solo un’opportunità per incrementare l’indipendenza energetica dell’UE. Il progetto di €16 miliardi avrebbe portato alla costruzione di un gasdotto di 3.600 km per collegare la Russia e l'UE senza passare dall'Ucraina, ma mantenendo ancora l’UE sotto il suo spettro d’influenza energetica e politica.Ogni volta che le relazioni tra Russia e UE scricchiolano, le scelte politiche degli Stati Membri vengono inevitabilmente inficiate da un dato di fatto: l’UE dipende per un terzo dalle importazioni di gas russo.Questo possibile cambio di rotta potrebbe essere sfruttato a beneficio dell’UE che dovrebbe reindirizzare gli investimenti eventualmente destinati alla costruzione del South Stream per progetti di efficienza energetica, soprattutto nelle costruzioni, trasporti e industria.
Recenti analisi della Commissione dimostrano che per ogni aumento dell’1% dei risparmi energetici, le importazioni di gas dell’UE calerebbero del 2,6%.South Stream rappresenterebbe l’ennesima opportunità di ricatto consegnata alla Russia di Putin. Investire sulle risorse interne e sull’efficienza energetica non significherebbe solo renderci progressivamente indipendenti energeticamente, ma anche creare nuovi posti di lavoro non delocalizzabili e garantire nuove possibilità di investimento per diverse industrie europee.
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