
L’iniziativa dei cittadini europei ha raggiunto il quorum per diventare un progetto di legge conformemente al nuovo strumento di partecipazione democratica previsto dal
Trattato di Lisbona.
L’acqua è fonte di vita, un diritto universale. Sono già
un milione i cittadini europei che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa dell’
ECI per assicurare
l’accesso all’acqua per tutti.
Adesso la Commissione deve farla propria e il Parlamento europeo la deve sostenere per farla diventare realtà in tempi rapidi. Una cosa è certa: in Italia con
SEL al governo sarà possibile promuovere adeguate politiche per salvaguardare e favorire
l’accesso all’acqua che deve essere pubblica e sostenere in sede UE questa iniziativa.
Sostengo l’iniziativa sull’acqua diritto universale promossa attraverso lo strumento democratico dell’
ECI (
European Citizens Iniziative), che consente ad
un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all’elaborazione delle politiche dell’UE,
richiedendo alla Commissione europea a presentare una proposta legislativa su determinati temi come quello di favorire l’accesso all’acqua per tutti.
L’iniziativa sull’acqua è un diritto per tutti ed ha già raccolto oltre un milione di adesioni di cittadini europei, nonostante le barriere giuridiche e tecniche imposte da parte della Commissione europea e dagli Stati membri e la messa a disposizione di un software per la raccolta di firme che non funziona in maniera ottimale e che dovrebbe essere adeguatamente aggiornato.
Con questa iniziativa
si chiede alla Commissione europea di proporre una normativa che sancisca il diritto universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e di promuovere l’erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto
servizi pubblici fondamentali per tutti.
La legislazione dell’UE deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari, nonché attivarsi affinché
l’approvvigionamento di acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle “logiche del mercato unico” e servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione.
Intanto, continua la
raccolta di firme per raggiungere il quorum di distribuzione di almeno sette Stati membri e per compensare per le firme potenzialmente non valide. L’obiettivo è di raggiungere con questo
meccanismo di democrazia partecipativa due milioni di adesioni entro settembre.