Ho ascoltato il discorso di Meloni all’Onu. Molto chiaro, preciso e ben detto. Non ipocrita ne particolarmente retorico. Su due o tre punti anche condivisibile per esempio sulla necessità di una riforma dell’ONU che valorizzi la dimensione regionale del mondo e il rifiuto di cedere al caos insistendo sulla ragione e rifiutando il ritorno della forza nelle relazioni tra le “nazioni”. Per il resto, però, un discorso che denota una concezione del mondo e della societa ottocentesca, basata su un concetto identitario di “nazione”culturalmente omogenea che si confronta in modo razionale con altre nazioni omogenee e dall’identita e cultura ben definita dentro confini ben definiti. Qui di quella della libertà dai confini diventa una pericolosa illusione e un attacco, appunto all’identita. La stessa concezione di societa che non ammette diversità e considera eticamente reprorevole chi ha un approccio al mondo diverso e che non ammette che in una persona possano convivere diverse “identità”. Anche le parole condivisibili sulla necessità di assicurare la “libertà” di non emigrare appaiono fuorvianti e ipocrite. Perché l’attacco ai trafficanti di uomini (mai si nominano le donne peraltro a parte un accenno alla prostituzione, e parla sempre di “uomini” per intendere l’umanità. Anche qui approccio superato e alla fine reazionario) insiste nell’attaccare gli effetti e non le cause di un fenomeno strutturale trattato sempre più senza pietà e nella illusione ormai criminogena di poter fermare la fuga di migliaia di persone da guerra, clima impazzito e sfruttamento “bloccando” le partenze. Le politiche di gestione delle migrazioni devono basasi sull’incontro di due realtà incontrovertibili: la necessità di integrare in modo ordinato e légale persone che arrivano da altre culture ed esperienze e una politica di aiuto allo sviluppo che metta in campo strumenti e mezzi che arrivino davvero a chi ne ha più bisogno. L’ONU deve in effetti rilanciarsi anche attraverso questo tipo di azioni. Questa è una strada molto difficile e che per forza va oltre la “nazione” italiana. Purtroppo non è con un approccio culturale e ideologico antiquato che si potrà affrontare e risolvere questa e altre sfide epocali. Avete notato? Solo uomini nella delegazione dell’Italia all’ONU.
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