Non so voi, ma io sono molto perplessa e turbata da questa storia della guerra siriana.
Possibile che i pacifisti nostrani e non, si agitino solo quando gli USA “minacciano” un intervento, peraltro limitato ed esitante? Intendiamoci, a ma convincono abbastanza le posizioni di Emma Bonino, e penso anch’io che, a causa dell’assenza di reazione all’inizissimo della rivolta siriana, inazione peraltro comprensibile anche se non giustificabile, intervenire con un attacco mirato oggi non risolverebbe molto. Ma mi sento a disagio quando si parla adesso di “mantenimento della pace”, perfino da parte del Papa; come se impedire l'intervento americano significhi necessariamente scegliere la pace; non quando si massacravano 110.000 siriani e si spingevano milioni fuori dalle loro case, ma quando Obama decide di intervenire.
Per non parlare della mobilitazione di oggi, che non è avvenuta prima; immaginiamoci cosa sarebbe successo se questa azione di Francesco (o di Obama...) fosse avvenuta all’inizio, quando Assad ha cominciato a massacrare i manifestanti, allora laici e disarmati. Fermo restando, naturalmente, che l’azione di Katar e Arabia Saudita, non certo esempi di democrazia e libertà, è stata devastante dal punto di vista del sostegno a musulmani integralisti, e la nostra molto limitata, dal punto di vista del tempestivo sostegno alle forze laiche e democratiche, che hanno iniziato le “primavere” arabe. E naturalmente fermo restando che questa iniziativa del Papa puo' naturalmente servire a portare l'attenzione alla urgenza di un'azione che vada al di là del fermare il bombardamento degli impianti chimici di Assad....
Oggi, l’UE deve soprattutto pensare a sostenere i milioni di rifugiati e richiedenti asilo. Deve dimostrare che davvero crede che non esiste solo l'alternativa del bombardamento o dell'inazione. C'é l'urgenza di pensare a un'iniziativa che funzioni e che deve partire dalle vittime del conflitto e dall'aiuto concreto che a loro si puo' portare. In modo forte e invadente. Questo potrà servire ad acquistare credibilità anche sul fronte della soluzione del conflitto: un piano serio di aiuto umanitario, apertura ai profughi e instancabile presenza per fermare tutte le armi, chimiche e non. Anche se questo vuole dire parlare con Putin e pensare ad una soluzione per Assad. Due personaggi che, lo sappiamo bene, meriterebbero di stare di fronte ad una Corte Penale Internazionale e non a decidere il destino dei loro popoli e non solo...
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